È stato sviluppato un metodo per aiutare a determinare la patogenicità delle mutazioni comuni del gene BRCA2
I ricercatori dell’Università di Copenaghen e del Rigshospitalet hanno sviluppato e testato un innovativo metodo in grado di identificare se una paziente è portatrice di una mutazione che incrementa significativamente il rischio di sviluppare il cancro al seno o alle ovaie.
“Se identifichiamo una mutazione patogena, possiamo intervenire tempestivamente per prevenire lo sviluppo del cancro. Per le donne già diagnosticate, possiamo offrire terapie più mirate e efficaci. Nel lungo periodo, questa strategia avrà un impatto positivo sulla vita di molte persone”, afferma Maria Rossing, Professoressa Associata di Ricerca Clinica presso il Dipartimento di Medicina Clinica dell’Università di Copenaghen e Primario al Rigshospitalet.
Tuttavia, oltre alle mutazioni benigne e patogene, esiste un vasto gruppo di varianti genetiche il cui significato resta ancora incerto.
“Si tratta di un campo ancora poco esplorato. Fino ad oggi, abbiamo solo informato i pazienti della presenza di mutazioni di rilevanza clinica dubbia, e i medici non hanno avuto gli strumenti per applicare questa informazione nelle loro decisioni terapeutiche”, spiega Rossing.
Uno dei geni al centro dell’attenzione dei ricercatori è BRCA2, un gene fondamentale nello sviluppo di vari tipi di cancro, tra cui il cancro al seno, uno dei più diffusi in Danimarca. Le mutazioni di BRCA2 sono anche correlate al cancro alle ovaie, al pancreas e alla prostata.
Gli scienziati hanno utilizzato un nuovo metodo per analizzare 54 varianti del gene BRCA2, riuscendo ora a determinare se siano responsabili dello sviluppo della malattia. Fino a poco tempo fa, le implicazioni di queste mutazioni erano sconosciute, creando incertezze che influenzavano la scelta del trattamento.
Lo studio ha esaminato varianti genetiche in pazienti provenienti da diverse parti del mondo, e ora tutte le mutazioni, indipendentemente dalla loro rilevanza clinica, vengono registrate in database internazionali.
Il metodo testato al Rigshospitalet si avvale di una nuova tecnologia di editing genetico, chiamata CRISPR-Select. Questa tecnologia permette di analizzare l’effetto di una variante genetica su modelli cellulari portatori della mutazione. Durante il test, i modelli cellulari sono sottoposti a un trattamento con un agente chemioterapico specifico. I risultati vengono poi integrati con le più recenti linee guida internazionali per la classificazione delle varianti genetiche.
Combinando questi approcci, è possibile ottenere una valutazione precisa su se una mutazione precedentemente non identificata sia effettivamente la causa della malattia.


